Giramenti di pale episodio 6 la favola dei ventilatori antiscintilla

Soluzioni antideflagranti per macchinari industriali e i ventilatori antiscintilla

Sicuro di voler acquistare delle macchine “certificate” secondo uno standard ormai superato da oltre 15 anni?

Pronto a partire questa sesta puntata del podcast “Giramenti di pale”? Oggi cerco di rispondere alla domanda di Piercarlo:

Quando devo comprare dei ventilatori da mettere in una atmosfera esplosiva, molti fornitori mi propongono un “anti-scintilla”. È una soluzione valida o no?

Ascolta “La favola dei Ventilatori Antiscintilla. Ep. 6” su Spreaker.

Grazie Piercarlo per questa domanda molto interessante, e sulla quale ci sarebbe da parlare per ore. Vedo di sintetizzare, cercando di rispondere in maniera completa.

Aspiratore anti esplosione e Ventilatori antiscintilla

Un piccolo salto indietro nella storia. Partiamo da una piccola premessa: i ventilatori antiscintilla sono sempre esistiti, sin da quando era necessario installarli in ambienti dove potevano formarsi delle condizioni favorevoli ad un’esplosione. Fino a qualche anno fa – cioè fin quando non è uscita la prima direttiva ATEX la 94/9/CE più di 20 anni fa – le ventole antiscintilla erano lo standard utilizzato in tutti le gli ambienti con un rischio d’incendio o di esplosione.

Cosa rendeva speciale un ventilatore centrifugo antiscintilla?

Spesso chiamati anche ventilatori antideflagranti – si usavano diversi termini – questa tipologia di ventole era progettata con degli accorgimenti per evitare che durante il funzionamento si potessero verificare delle scintille meccaniche. Ad esempio, nella zona dove la girante può sfregare – in caso di malfunzionamento – con la chiocciola o il boccaglio, oppure dove c’è la tenuta sull’albero, si usavano dei riporti di alluminio.

I ventilatori antiscintilla erano solo questo. Macchine normali con delle strisce di alluminio sulle parti di possibile contatto. Ovviamente si installavano dei motori antideflagranti e si pensava che tutto andasse bene. All’epoca questo era lo stato dell’arte.

 

I ventilatori antiscintilla (o macchine antideflagranti) e l’arrivo della direttiva ATEX

Il grande cambiamento nella lotta al rischio di esplosione. Con l’introduzione dell’ATEX più di 20 anni fa – e diventata obbligatoria nel 2003 in Italia – i requisiti per i macchinari idonei a lavorare in atmosfera esplosiva sono cambiati notevolmente. In particolare non esiste più il certificato di ventilatore antiscintilla all’interno della Comunità Europea.

Quindi Piercarlo se compri dei ventilatori all’interno della Comunità Europea per le tue macchine o i tuoi impianti (non so quello che fai) e devi poi vendere sempre nella Comunità Europea, l’antiscintilla NON è più legale. Ti stanno rifilando una sola gigante. E non si tratta solo di una questione di definizioni.

L’amara sorpresa per i progettisti di impianti – e di ventilatori antiscintilla – dopo l’introduzione della direttiva 94/9/CE.

Come sempre in Italia, quando viene introdotta una legge con un periodo di transizione per adeguarsi, aspettiamo sempre l’ultimo secondo per farlo. Così infatti è successo anche con la direttiva ATEX. Quando nel 2003 è diventata definitivamente l’unica possibilità per certificare i ventilatori antiscintilla, si è verificato un piccolo terremoto nel mondo degli impianti industriali. All’improvviso c’erano tante considerazioni tecniche da fare.

Non bastava più mettere un pezzettino di alluminio – come si faceva con i ventilatori anti-scintilla – per annullare il rischio di esplosione. È cambiato il modo di progettare i ventilatori industriali per atmosfere esplosive, così come le scelte progettuali e sui materiali che si potevano utilizzare.

NOTA: Di ventilatori ATEX sul mio canale YouTube di Ventilazione Sicura – così come in questo blog – ne parlo in diverse occasioni. Ti consiglio di consultare questo materiale, che nasce sempre da esperienze sul campo con vari clienti. Ad esempio potresti trovare molto utile questo articolo sui ventilatori ATEX zona 2, dove ti svelo come evitare di restare inguaiato in un mondo fatto solo di autocertificazioni.

La novità più interessante – e sconcertante – di questo cambiamento normativo, è stata la scoperta che l’allumino usato come riporto antiscintilla nei ventilatori secondo l’ATEX NON era più utilizzabile. Si è notato infatti che – pur essendo vero che questo metallo non produce scintille – l’ossido di alluminio, invece può produrre scintille di natura meccanica se sfregato. E l’alluminio, come ogni metallo, si ossida a contatto con l’atmosfera.

Ecco perché la norma di riferimento per i ventilatori ATEX (UNI EN 14986:2017) ha stabilito una serie di coppie di possibili materiali che se sfregati l’uno contro l’altro non producono scintille. L’alluminio non è considerato più come “anti-scintilla”: anzi è quasi bandito per i ventilatori ATEX. Ad esempio, persino nella vernice utilizzata non devono essere presenti ossidi di alluminio nella vernice. Al suo posto si possono usare rame, ottone navale, plastiche e altre leghe di nichel.

All’interno della comunità europea, chiunque cerchi di venderti un ventilatore antiscintilla è un incompetente (se è in buona fede) o un furbastro.

Le due direttive ATEX – la 2014/34/UE sui prodotti e la 99/92/CE sui luoghi di lavoro – parlano chiaro. All’interno della comunità europea, quando si ha a che fare con atmosfere potenzialmente esplosive, possono essere venduti o acquistati SOLO ventilatori ATEXSe ti propongono un antiscintilla, ti stanno cercando di rifilare una sola gigante.

N.B. Chi ti propone ventilatori antiscintilla dichiara che sono conformi alla UNI EN ISO 13449, che però è una norma che stabilisce solo le definizioni da usare con le ventole. Alla voce Ventilatore antiscintilla trovi scritto: “Ventilatore con caratteristiche tali da ridurre il rischio della formazione di scintille o superfici calde che potrebbero causare l’innesco di gas o polveri.”

Tutto qui. NON definisce nessun criterio costruttivo o di sicurezza. È solo una definizione. Non farti fregare.

Ricorda che le direttive ATEX stabiliscono responsabilità sia per chi vende che per chi acquista. Se compri un ventilatore anti-scintilla e poi succede qualcosa alla macchina sono fatti tuoi, perché sei tu che hai installato – o nel tuo impianto o in quello di un tuo cliente – un macchinario non ATEX.

I ventilatori antiscintilla NON sono spariti del tutto

Esiste ancora una certificazione per questo tipo di macchine, che però tu non puoi utilizzare. Anche oggi, dopo due edizioni della direttiva ATEX, esiste ancora la possibilità di certificare dei ventilatori antiscintilla. No, non sono schizofrenico. Lo so che ti ho appena detto che queste ventole non sono più consentite in Europa.

Negli USA – e nei paesi di loro influenza – sono valide le AMCA, una serie di standard Americani che prevedono ancora la possibilità di avere dei ventilatori antiscintilla. Al solo scopo di darti delle piccole indicazioni, sostanzialmente esistono 3 diversi tipi di costruzione per i ventilatori antiscintilla: si parla di AMCA “A”, “B” o “C” e più o meno rivestono i livelli di protezione che bisogna avere sulle macchine.

Ovviamente in nel mercato Europeo questi standard NON anno nessun valore legale.

Ripetita iuvant: ventilatori ATEX e quelli antiscintilla non sono la stessa cosa

I secondi poi non sono più “legali” all’interno della Comunità Europea.

Quindi se devi acquistare dei ventilatori industriali da far funzionare all’interno di un’atmosfera esplosiva, le macchine devono essere in accordo con la direttiva ATEX. Da ormai 2 anni anche questa direttiva è cambiata: si è passati dalla 94/9/CE alla 2014/34/UE. Inoltre, un ventilatore per Zona ATEX deve rispettare tutta la serie di requisiti previsti dalle norme armonizzate, nello specifico dalla 14986.

CONSIGLIO: Se acquisti spesso ventilatori ATEX, ti consiglio di acquistare questa norma europea. (la trovi a questo linkLeggila in modo da capire se quello che ti stanno vendendo rispecchia è veramente un ventilatore ATEX conforme alle norme e leggi europee.

Rullo di tamburi. Pronto ad entrare a far parte della storia dei ventilatori industriali?

I WANT YOU! Fammi una domanda per il podcast Giramenti di PaleSono affamato di domande vere, da parte di chi tutti i giorni deve progettare impianti industriali nei quali vanno inseriti dei ventilatori. Quindi se tu sei uno di questi, voglio proporti uno scambio alla pari. Qualsiasi sia il dubbio, la domanda o una cosa poco chiara che ti frulla in testa in merito ai ventilatori industriali, scrivimela nel modulo che ti appare cliccando sul pulsante qua sotto.

Userò la tua domanda per creare una nuova puntata del podcast ed in questo modo aiuterai altri tuoi colleghi a scegliere sempre e solo i migliori ventilatori per il proprio impianto.

Se invece vuoi semplicemente commentare questa nuova iniziativa (non essere troppo severo, mi raccomando) non esitare: lasciami un commento in basso e aiutarmi a divulgare questo piccolo contributo che sto cercando di dare per illuminare il mondo dei ventilatori distribuendo quante più informazioni disponibili.

Grazie Piercarlo per questa domanda.

Installazione e manutenzione dei ventilatori ATEX

Queste sono le due fasi che, dopo la progettazione, sono le più delicate nella vita di un ventilatore industriale, in particolar modo se il ventilatore è ATEX, previsto per atmosfere esplosive.

L’installazione determina se quel ventilatore funzionerà bene o male da lì in poi e soprattutto, come vedremo, durante le fasi di installazione, prima dell’avviamento, c’è una serie di possibili errori che si possono commettere e che sono tali da compromettere il funzionamento del ventilatore e dell’impianto al quale è collegato.

La manutenzione è un momento in cui non c’è nulla che funziona nel modo in cui dovrebbe funzionare; gli impianti sono fermi, solitamente tutti i sensori non sono operativi, si stanno svolgendo operazioni non ordinarie, quindi è il momento dove tipicamente accadono più incidenti e soprattutto si verificano più facilmente delle esplosioni.

Quando progetto un ventilatore ATEX, preparo un documento che si chiama “valutazione del rischio esplosione“; cioè per ogni fase vado a valutare quali sono i possibili rischi, scelgo delle soluzioni progettuali e costruttive tali da eliminare questi rischi o ridurli al minimo e dopodiché vado in produzione.

Non sono tutte le possibili situazioni di rischio contemplate in quel documento; ce ne sono alcune, altre non le consideriamo perché per quanto ne sappiamo noi non sono applicabili, in particolar modo quelle che si chiamano sorgenti di innesco, cioè quei fenomeni che fanno scattare l’esplosione, che innescano appunto l’atmosfera esplosiva, la norma ne prevede tutta una serie, la N1127, noi, io, ma anche gli altri che fanno ventilatori, ne contempliamo solo alcune applicabili.

Una delle sorgenti di innesco è ad esempio è il colpo d’ariete, le onde d’urto, dato che i ventilatori trasportano dei gas a bassa pressione solitamente, non è un fenomeno che è presente non è una sorgente d’innesco presente ed efficace nel nostro caso. Chiaramente se poi succede qualcosa che fa diventare efficace una sorgente d’innesco allora si crea un problema.

Solitamente nel manuale d’uso della manutenzione (o meglio le istruzioni d’uso) dovrebbe riportare quali sono tutti i rischi non coperti, quindi i rischi residui, quelli che sono a carico dell’installatore o dell’utilizzatore.

Quello che andremo a vedere tra tutte le sorgenti di innesco ci sono le superfici calde, ovvero:

  • un punto qualsiasi del macchinario che raggiunge una temperatura elevata e che supera la classe di temperatura dell’atmosfera;
  • fiamme e gas caldi, se si usa il cannello ho la fuoriuscita di gas caldo dalle tubazioni o da quant’altro;
  • scintille di origine meccanica, materiale elettrico, cassette di giunzione sbagliate o manomesse o non funzionanti, tutto quello che può creare delle scintille di origine elettrica degli archi elettrici, correnti elettriche vaganti, elettricità statica.

Ce ne sono altre ripeto all’interno della norma, non le andiamo a considerare tutte perché nel mio mondo, quello dei ventilatori non sono così efficaci e non le vado a gestire solitamente (Leggi l’articolo su classe di temperatura Atex).

Partiamo dall’installazione

L’installazione come dicevo prima è una fase che determina il buon funzionamento della macchina da quel momento a seguire. Uno degli errori più comuni è un allineamento del rotore, dove per rotore si intende il gruppo girante, albero, cuscinetti, tenute, giunti di trasmissione e motore, se questi componenti non sono perfettamente allineati o comunque allineati entro certe tolleranze e quindi hanno delle parti che si spostano rispetto all’asse ideale, che dovrebbero avere, possono causare uno sfregamento della girante ad esempio sulla parte statica, sulla chiocciola del ventilatore.

Lo sfregamento chiaramente può portare di sicuro a un surriscaldamento della superficie, che sfrega per attrito ma può anche generare delle scintille di origine meccanica; se immaginate una girante in acciaio al carbonio che gira a una buona velocità contro ad una parete, è facile pensare che faccia delle scintille. Come vedrete da adesso in poi vi darò un’associazione tra errore e quali sono le sorgenti di innesco che bisogna andare a valutare.

Se i ventilatori, specialmente quelli magari un po’ più economici, quelli  più leggeri, da battaglia vengono installati con la tubazione che pesa, che grava sopra la chiocciola, queste tubazioni possono portare delle deformazioni, possono storcere la chiocciola stessa.

Chiaramente se si hanno delle deformazioni anche in questo caso si può avere un contatto durante il funzionamento tra la parte rotante, la girante in questo caso o l’albero, e la parte ferma che si è deformata, la chiocciola piuttosto che la tenuta. Ovviamente quando c’è uno sfregamento c’è sempre una superficie calda e può emergere un fenomeno di scintille meccaniche. 

Il traferro errato

Il traferro è la distanza che c’è tra il boccaglio, cioè quella parte dove l’aria entra dentro la girante, che è fissa e la stessa parte, l’equivalente della girante. Di solito si tiene una certa distanza radiale per evitare appunto che strisciano tra di loro. ora, in teoria, secondo quello che prevede la norma sui ventilatori ATEX, uno di questi due pezzi dovrebbe essere fatto in un materiale cosiddetto antiscintilla, cioè che anche se sfrega contro una superficie metallica ad alta velocità, non produce scintille meccaniche.

Questa è la teoria. Di solito si usa rame o ottone navale, in ogni caso lo sfregamento comporta una superficie calda, un surriscaldamento quindi sempre una possibile sorgente di innesco. Inoltre se questo traferro è errato, viene strappato completamente quel rivestimento che si mette in materiale antiscintilla, allora a quel punto possono entrare in contatto il metallo su metallo e generare nuovamente delle scintille meccaniche. 

Questo è uno degli errori più comuni che vedo sulle installazioni in giro per gli impianti: la mancanza del collegamento alla messa a terra. Ora, se su un ventilatore normale, crea enormi problemi sui cuscinetti, ma non dà quei problemi di rischio di esplosione, in caso di atmosfere esplosive, la mancata della messa a terra di tutta la macchina, può generare cariche elettrostatiche.

Ora, immaginate quella scossa che sentite quando voi toccate la macchina in una giornata ventosa, quella piccola energia è in grado di far esplodere la maggior parte dei gas.

Un altro errore è di dimenticarsi di chiudere il portello di ispezione, che se è a tenuta pressurizzata, vuol dire che funziona con un gas inerte, tipicamente azoto, che viene sparato dentro in pressione in modo da fare una barriera tra tra l’interno del ventilatore e l’esterno. Se ovviamente non colleghiamo queste tenute o non chiudiamo le portine di ispezione, non mettiamo la guarnizione sulle flange o la mettiamo in maniera errata, quello che c’è dentro al ventilatore tendenzialmente può uscire fuori; se dentro c’è aria fresca, magari non succede niente, se stiamo trasportando dei gas caldi, allora abbiamo che quei gas fuoriescono nell’ambiente e potrebbero creare un’esplosione.

Oppure può essere il caso che il ventilatore al suo interno ha un’atmosfera esplosiva ma fuori no, ho una zona classificata magari come sicuraSe ovviamente l’atmosfera esplosiva che ho dentro fuoriesce, a quel punto tutto quello che ho fuori non è più detto che sia idoneo a lavorare, con una fuoriuscita di atmosfera esplosiva simile a quella che abbiamo visto all’inizio, quindi l’allineamento della trasmissione; tipicamente sulle cinghie, se si montano delle cinghie con un allineamento errato, o poco tese, funzionando vanno a surriscaldarsi fino a rompersi.

Nel momento in cui si rompono sbatacchiano in giro quello che è dentro al carter di protezione, creando appunto anche lì delle scintille di origine meccanica oltre a superfici calde sulle pulegge dovute o allo slittamento, se la tensione è troppo bassa, oppure al fatto che lavorano disallineate e quindi hanno più superficie di contatto che sfrega e produce più calore rispetto a quello che dovrebbe fare. 

Isolamento termico

Spesso mi capita che il cliente per risparmiare qualche soldino, decide di farsi da solo l’isolamento termico del ventilatore. Non è la situazione ideale però capita. L’isolamento termico serve a evitare che la superficie esterna sia alla temperatura dei gas che ci sono dentro; magari ho dei fumi a 400°C già dal punto di vista della macchina, della sicurezza non potrei avere una superficie a 400°C a meno che non la recinto ed evito che qualcuno possa entrarci in contatto. Per quanto riguarda chiaramente il discorso ATEX, non posso avere una temperatura così alta su una superficie e quindi vado a mettere un isolamento termico, come della lana di roccia con una lamiera di contenimento. Non metterlo o metterlo sbagliato, non secondo le indicazioni del costruttore, chiaramente crea quel problema di avere una superficie calda, che può entrare in contatto con un’atmosfera esplosiva intorno. 

Ora, questo vi sembrerà un errore forse troppo banale ma vi assicuro che capita più spesso di quanto si immagini, dimenticarsi qualcosa dentro le tubazioni o dentro il ventilatore. Si è finita di fare l’installazione, è caduta una rondella dentro nel ventilatore e non si va a raccoglierla perché si fa fatica oppure perché sono stati fatti dei fori e e sono finiti dei trucioli dentro. Questi oggetti metallici che possono rimanere dentro, se sono molto pesanti, il ventilatore non li trascinerà, ma se sono appunto rondelle, trucioli, potrebbe essere che vengano movimentati dal ventilatore e vadano a sbattere contro la girante che è in forte rotazione, creando delle scintille di origine meccanica.

La manutenzione

Passiamo adesso a quella che è la manutenzione, quindi la fase successiva. Una delle cose più pericolose soprattutto quando si hanno dei ventilatori ad alta temperatura, è il momento in cui si apre la portella per fare delle ispezioni o fare delle attività di manutenzione quale equilibratura e quant’altro. Chiaramente se dentro ho ancora dei gas caldi, quando apro, oltre a rischiare di scottarmi, quindi avere anche un’ustione, ho questi gas che possono tendenzialmente uscire e quindi innescare l’atmosfera se fuori è presente l’atmosfera esplosiva potrebbero innescarla.

Oppure come avevo detto anche all’inizio, se dentro ho un’atmosfera esplosiva e fuori no, magari dentro il ventilatore trasporta aria con polveri o polveri combustibili. Se io apro la portina, questa atmosfera potrebbe anche uscire, quindi prima di fare queste operazioni di apertura, sarebbe opportuno innanzitutto assicurarsi che le temperature all’interno siano scese entro i valori di sicurezza e in certe applicazioni magari essere sicuri di aver fatto una purga del sistema, aver fatto transitare o aria pulita o a seconda degli impianti gas inerti, in modo che quando vado ad aprire non ho il problema di o ustionarmi o di far fuoriuscire un’atmosfera potenzialmente esplosiva. 

Errata o scarsa lubrificazione

È l’errore di manutenzione che miete più vittime tra i ventilatori, perché il grasso dei cuscinetti non dura all’infinito, dopo un tot di ore, calcolabili tra l’altro, con una certa precisione, tende a perdere le sue capacità lubrificanti, quindi il cuscinetto inizierà ad aumentare di temperatura, si scalderà di più, perché l’attrito aumenta sempre di più.

Se si trascura ulteriormente si può arrivare a situazioni in cui il cuscinetto all’esterno ha temperature di 150, 180°C. In questo range di temperature il cuscinetto ancora non soffre particolarmente, è un po’ in difficoltà ma sono anche progettati, costruiti per sopportare queste temperature, se andiamo ancora oltre, se ci si dimentica ancora di usare del grasso, prima o poi quel cuscinetto si inchioda, perché non ce la fa più e si è dilatato talmente tanto che non riesce più a vincere l’attrito e si blocca quasi istantaneamente.

Bloccandosi istantaneamente, tutto quello che stava ruotando quindi la ventola, l’albero, il giunto, il motore, uno di questi componenti si rompe, per forza d’inerzia perché tenderebbe a continuare a girare, ma viene bloccato di colpo. Rompendosi ci sono pezzi metallici che vengono sparati ovunque, quindi oltre alla sicurezza di chi è lì intorno che magari viene investito da qualche pezzo di ferro ad alta velocità, c’è anche un problema appunto di scintille meccaniche, oltre alle superfici calde dovute al cuscinetto che si sta surriscaldando. 

Vibrazioni uguali alla temperatura dei cuscinetti

Questa è un’immagine che ho ripreso da un cliente, quella che vedete, quel primo squarcio è una pala che ha passato ed è andata oltre, il secondo squarcio vedete la pala che è rimasta lì ferma. Ovviamente quando quella pala attraversa tutta la chiocciola, ne fa di scintille probabilmente, oltre ad essere un pericolo, perché immaginate un affare del genere che vi vola davanti se voi siete lì per puro sbaglio. Anche in questo caso abbiamo la stessa cosa; le vibrazioni arrivano oltre certi livelli, il cuscinetto inizia a surriscaldarsi, inizia ad andare in affanno finché non cede e si rompe completamente.

Solitamente sui ventilatori che sono per Zona 1, quindi dove io devo prevedere un normale malfunzionamento cioè una mancata lubrificazione o delle vibrazioni troppo elevate, installo su ogni cuscinetto un sensore di vibrazioni e un sensore di temperatura. Questo perché possiamo in questa maniera controllare i valori di temperatura e di vibrazioni e mettere in sicurezza l’impianto prima di arrivare a situazioni come questa, quindi ci si ferma, si fa l’equilibratura, si sostituiscono i cuscinetti, si fa quello che si deve fare e poi si riparte. 

Altro consiglio che potrebbe essere quasi considerato stupido, saldatura, molatura, utilizzo di fiamme libere non andrebbero proprio fatte, dove ci sono atmosfere potenzialmente esplosive. Perché dico che sembra stupido, perché poi in realtà quello che è successo non molto tempo fa in una fabbrica di fuchi d’artificio, sembrerebbe che l’esplosione sia stata causate proprio da attività di saldatura vicino al deposito delle polveri da sparo e quindi a bocce ferme, così, tra di noi possiamo dire “che scelta poco intelligente”, però poi quando si è sul campo magari non si pensa veramente a tutte le conseguenze di un gesto.

Ovviamente in questo caso una saldatrice, una molatrice fa scintille meccaniche per definizione e ci sono anche delle superfici calde dove si è saldato, dove si è molato. 

Rimozione o manomissione dell’isolamento termico

Vale quanto visto prima per il discorso dell’installazione, cioè se magari vi hanno fatto un isolamento della chiocciola completo voi per fare una manutenzione dovete smontarlo tutto e già chi vi fa un lavoro così andrebbe preso e messo al cancello, dopo bisogna rimontarlo quell’isolamento, non è che perché è sabato sera e si è stanchi, si è di fretta, bisogna ripartire si può trascurare questo aspetto, perché anche in questo caso si introduce una nuova sorgente di innesco, un rischio potenziale. 

Apertura di tutte le scatole morsettiere. Oltre a farlo magari dopo che si è tolta tensione per evitare di rimanere attaccati, sarebbe utile farlo solo se si è sicuri che intorno non non stia passando una nuvola di polvere combustibile o comunque la situazione è sotto controllo, quindi magari fare questo tipo di attività dopo che si è chiesto un permesso di lavoro e due, dopo che si è sicuri che è possibile farlo e non ci sono accumuli di atmosfere esplosive laddove si sta lavorando.

Montaggio errato cuscinetti

Arriva il ventilatore, si tirano giù i cuscinetti, si deve rimontare, ma non ci si ricorda com’erano montati prima, quindi magari si mettono tutti e due i cuscinetti bloccati in maniera assiale, con quelli che si chiamano gli anelli reggi spinta. In questa maniera l’albero non ha la possibilità di dilatarsi, non c’è movimento, oppure si stringono troppo o si stringono troppo poco i cuscinetti sull’albero.

Tutti questi piccoli errori possono portare ad un funzionamento anomalo dei cuscinetti quindi surriscaldamento; i cuscinetti quando lavorano male si surriscaldano nel 99% dei casi e, anche in questo caso si può arrivare fino a delle scintille di origine meccanica, nel caso di rotture se la cosa va avanti senza controllo per molto tempo. 

Montaggio errato della trasmissione

Di un ventilatore che stava funzionando per fortuna non in un ambiente ATEX, ci sono cinque cinghie, se ne rompono tre, sarebbe carino metterci cinque cinghie nuove, non tenerne due, perché se chi ha fatto quel ventilatore ha pensato che ne servissero cinque, un motivo ci sarà.

Manomissione o danneggiamento di quelli che sono i carter di protezione

Noi costruttori su tutte le parti in movimento, tutte le parti rotanti le proteggiamo con dei carter in lamiera. Spesso quando si ha a che fare con l’ATEX si utilizza una lamiera di acciaio di supporto e poi si mettono delle piastre in materiale antiscintilla quindi se poi entra in contatto, quel materiale antiscintilla, mi evita la formazione di scintille di origine meccaniche, ma non mi evita il surriscaldamento dovuto all’attrito. Se si rifà il carter con il materiale che si vuole o si tolgono queste placche di materiale antiscintilla, chiaramente si va a togliere un materiale di sicurezza, che il costruttore aveva pensato di utilizzare e si innescano degli ulteriori rischi. 

Sostituzione di tenute e guarnizioni. Anche in quel caso se c’è su una tenuta o viene utilizzata una guarnizione conviene utilizzare quella stessa tenuta o quella stessa guarnizione come ricambio, non inventiamoci altre cose perché probabilmente chi ha progettato quella macchina ha fatto dei ragionamenti se è arrivato a scegliere quella tenuta. Anche perché se andate a modificare la conformazione della macchina cambiate una tenuta, cambiate il tipo di cuscinetto. Finché cambiate la marca succede poco, ma se cambiate la tipologia, tutto quello che il costruttore ha scritto nel fascicolo tecnico non è più valido, quindi poi in caso di incidente, chi ha fatto quella modifica ne risponde, non il costruttore. In questo caso chiaramente ci possono essere fuoriuscite di gas caldi, oppure fuoriuscite di gas o polveri combustibili, superfici calde se magari si sbaglia la tenuta e questa si surriscalda e il discorso dell’elettricità statica, nel caso in cui si utilizzino delle guarnizioni isolanti, non magari quelle caricate con fibra di carbonio, che sono conduttive.

Verniciatura. Capita che i ventilatori stando all’aperto perdono lo strato protettivo di vernice. È buona cosa ripristinarlo, bisogna stare attenti però a una cosa: dal punto di vista elettrico, solitamente le vernici sono degli strati isolanti, non conducono elettricità, ora stanno sviluppando anche vernici che lo fanno, ma quelle tradizionali non lo sono. La norma è la 879-36 e stabilisce dei valori massimi dello spessore di vernice che si possono utilizzare senza far intervenire il rischio di correnti elettrostatiche, cioè comunque di cariche elettrostatiche che si accumulano. Per il gruppo 2°C lo spessore massimo è di 200 micron, che tra l’altro per chi magari se ne intende un po’ di verniciatura, cozza con il ciclo C5M che è molto più spesso come spessore finale. Per gli altri comunque bisogna porre attenzione a quello che si fa, tra l’altro non si possono utilizzare vernici contenenti ossidi vari, di alluminio, di ferro, perciò sarebbe consigliabile contattare il costruttore e chiedere.

Sostituzione del motore. Capita prima o poi che il motore sia da buttare via perché ha finito la sua vita, quando fate questo tipo di attività state molto attenti a cosa mettete. Oltre a sostituirlo con un motore, che ha la stessa marcatura ATEX, fate attenzione che abbia la stessa velocità di funzionamento. Chiaramente un ventilatore non può andare ad una velocità doppia di quella per cui è stato progettato, si rischia che poi si vada a rompersi, che provochi scintille meccaniche, dovuta a pezzi che volano e sbatacchiano ovunque, e altra cosa, se la marcatura ATEX di quel motore non è corretta, abbiamo anche il rischio per materiale elettrico cioè non è idoneo a funzionare in quella zona. 

Mai più guasti improvvisi. Il signore delle ventole!

Mai più guasti improvvisi!

 

Il Signore delle Ventole

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“Come scegliere il ventilatore perfetto”

Seguendo le 5 regole che ho riportato in questa guida per chi come te deve acquistare dei ventilatori da installare nei propri impianti, sarai sicuro di scegliere il ventilatore perfetto per garantire le prestazioni del tuo impianto.

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