Mi capita ogni tanto di essere contattato per cercare di spiegare il motivo dietro alla rottura frequente – ed in tempi brevi – della girante montata su un ventilatore.
Ovviamente la prima idea che viene in mente a chi subisce queste continue rotture, è che ci sia una cattiva o errata progettazione del ventilatore.
In molti casi è vero. Anzi spesso il ventilatore non viene nemmeno progettato. Ti vendono quello che hanno pronto a magazzino.
Ma in altre situazioni, la causa delle continue rotture è da ricercarsi in un funzionamento non corretto del ventilatore all’interno dell’impianto.
In questo articolo ti voglio proprio mostrare come io affronto questo tipo di richieste, riportandoti il caso reale di Luigi, responsabile dell’impianto di essiccazione della “Fanghi Asciutti SpA” (ovviamente sono nomi di fantasia per tutelare la privacy di chi mi ha contattato.)
Indice
ToggleCome può un ventilatore mettere in ginocchio un impianto di essiccamento fanghi nuovo di zecca?
Quella che vedi qua sotto è l’email ricevuta da Luigi:
“Buon giorno,
grazie della disponibilità nello scambio delle informazioni, siamo possessori di impianto di essiccamento termico dei fanghi da depurazione, nell’arco di circa due mesi sono avvenute delle rotture su due differenti ventole, del ventilatore CTI da 3600mc, che gestisce il processo di trasporto del prodotto essiccato. Avevo bisogno di pareri sulle eventuali cause di tale rotture strutturali.
Le invio le foto sia della prima ventola ( marzo 2019) che della seconda (maggio 2019).“
In allegato mi ha inviato un report fotografico di entrambe le ventole. Giusto per darti un’idea dell’entità del danno, ti mostro una delle foto.
Dopo aver ricevuto questa mail, telefono subito a Luigi per chiedere ulteriori informazioni sulle condizioni di funzionamento del ventilatore e farmi raccontare quanto accaduto nel dettaglio.
“Perfettibile, l’impianto di essiccazione fanghi è nuovo. L’abbiamo messo in funzione a maggio 2018 e già a marzo abbiamo subito la prima rottura della girante. Pensi che un pezzo di pala si è staccata ed è finita infilzata nello scambiatore aria/olio posto subito dopo il ventilatore”.
Prosegue poi
“Per fortuna nessuno si è fatto male. Lo scambiatore è pieno di olio in pressione ed alla temperatura di 180°C”.
Sentendo questa frase, i miei neuroni hanno fatto qualche scintilla in più e mi sono ricordato di un caso simile che avevo già affrontato in passato.
Inizio a descrivere come è costituito l’impianto di essiccamento dei fanghi e Luigi rimane impressionato:
“Come fa a saperlo?”
Potevo fare il figo e rispondere con un “Sono il Signore delle Ventole!”
Ma sono molto più umile di come dipingo il mio alter ego. Racconto allora a Luigi che ho già affrontato e risolto in precedenza un caso molto simile.
Gli do anche una notizia che non si aspettava.
Non è (solo) colpa del fornitore di ventilatore se l’impianto di essiccazione fanghi è KO.
Lo so. Altri miei concorrenti avrebbero preso al balzo l’opportunità di squalificare chi ha costruito il suo ventilatore.
Ma non avrei fatto la cosa giusta per Luigi.
Il problema infatti era molto probabilmente un altro. E cambiare fornitore del ventilatore non sarebbe servito a nulla.
Spiego brevemente a Luigi quali potrebbero essere le cause delle rotture di pale (hey, ho scritto pale, con una sola l) che ha subito.
Gli faccio anche sapere che non posso dare una diagnosi certa guardando solo le foto.
Ho delle ipotesi. E ogni ipotesi va sempre verificata sul campo.
Senza stare qua a trascriverti direttamente quello che ho detto a Luigi, ti incollo integralmente il testo della mail riassuntiva che gli ho inviato.
Penso infatti che quello che ho scritto possa esserti molto utile nel caso ti trovassi anche tu con problemi simili.
“Buongiorno Luigi
In merito alla rottura delle giranti sul vostro impianto di essiccazione, le riassumo quanto discusso ieri.
A giudicare dalle fotografie ricevute e dalle tempistiche di rottura, sembrerebbe essersi verificato un fenomeno di fatica sulla girante.
Questo è molto probabilmente dovuto ad un funzionamento instabile del ventilatore, detto pompaggio. Per esserne certi sarebbe opportuno effettuare delle misure di prestazione con l’impianto in funzione in modo da determinare l’effettiva portata che circola nell’impianto.
Come le accennavo ho già affrontato il problema da voi riscontrato in un impianto identico fornito ad un’azienda operante nell’alimentare.
In quel caso, questa azienda è arrivata a noi dopo che chi ha fornito l’impianto ha dato come soluzione la semplice sostituzione del ventilatore con uno di una marca diversa ma di pari prestazioni.
Poiché anche questo secondo ventilatore è durato poco più di un anno, l’utilizzatore finale disperato è arrivato a me dopo una ricerca su internet.
Affidandoci ai dati di prestazione dichiarati dal costruttore dell’impianto, abbiamo realizzato un primo ventilatore che però – pur non riscontrando molti dei problemi dei due precedenti – mostrava sintomi di un chiaro pompaggio.
Ho personalmente eseguito delle misure di portata scoprendo che l’impianto in realtà aveva bisogno di una portata pari ad un terzo del valore di progetto.
Sulla base di questi nuovi dati abbiamo quindi modificato la girante del ventilatore, riducendone il diametro e risolvendo in maniera definitiva i problemi di alte vibrazioni.
Alla luce di questa esperienza, le consiglio di eseguire – una volta rimessa in funzione la ventola – delle misure di portata ed assicurarsi così di avere le informazioni necessarie a risolvere definitivamente le problematiche che avete riscontrato.
Una semplice sostituzione della ventola o il rimpiazzo con quello di altro fornitore, molto probabilmente non farebbe altro che rimandare i guai di qualche mese.
Confermo infine la sua osservazione circa il materiale utilizzato per la costruzione della girante. Un acciaio inossidabile sarebbe certamente più indicato per il tipo di fluido aspirato dal ventilatore.
Qualora lo riteniate utile per voi, possiamo replicare ex novo la girante prendendo le misure da quel che rimane di quella originale e cercare di rimettere in funzione l’impianto.
Inoltre sono a vostra disposizione qualora aveste necessità di eseguire le misure di portata circolante nell’impianto, così da comprendere se sono presenti fenomeni di instabilità ed eventualmente procedere con la selezione di un ventilatore idoneo ed esente da queste problematiche.
Per qualsiasi ulteriore domanda o dubbio mi contatti in qualsiasi momento.
Buona giornata.”
Perché sconsiglio la semplice sostituzione del ventilatore, rinunciando ad una facile opportunità di vendita?
In situazioni come quella di Luigi, fare il fenomeno e vendere un nuovo ventilatore, sarebbe facile come rubare le caramelle ad un bambino.
C’è un problema evidente.
C’è un impianto fermo.
C’è un potenziale cliente che deve rimettere in produzione l’impianto.
Il sogno di ogni venditore.
Eppure se avessi semplicemente forzato la mano cercando di vendere un mio ventilatore al posto di quello attuale, avrei solamente reso un pessimo servizio a Luigi ed a me stesso.
Se infatti l’impianto lavora ad una portata più bassa di quella di progetto, il ventilatore si trova a lavorare in condizioni di pompaggio. Questo fenomeno è disastroso a prescindere da chi costruisce la ventola.
Avrei quindi fatto sicuramente una vendita in più.
Ma dopo più o meno un anno, anche la mia ventola si sarebbe rotta.
L’impianto di Luigi sarebbe stato fermo ancora.
E io sarei stato costretto – vista la garanzia che fornisco su tutti i miei ventilatori – ad intervenire a mie spese per la soluzione del problema.
Un doppio bagno di sangue sull’impianto di essiccamento.
Per questo motivo ho consigliato a Luigi – e lo dico anche a te se ti trovi nella sua situazione – di fare un controllo in più, misurare la portata aspirata REALMENTE dal ventilatore e solo dopo decidere quale soluzione adottare.
Considera che una misura delle prestazioni di un ventilatore richiede non più di mezza giornata di lavoro e può essere svolta comodamente tenendo l’impianto in funzione.
Un piccolo intervento che però può proteggerti da frequenti rotture del ventilatore, fermi dell’impianto e soprattutto dal rischio di infortuni tra chi opera nei pressi della macchina.
Non conosci nessuno che posso aiutarti nel valutare il reale funzionamento del tuo impianto?
Nessun problema.
Le misure di portata e pressione in impianto sono attività che – per forza di cose – svolgo spesso per i miei clienti o per chi mi contatta per una consulenza.
Clicca sul pulsante che trovi qua sotto e compila il modulo di richiesta contatto.
In meno di 48 ore riceverai – GRATUITAMENTE e senza impegno – una telefonata da me o da un mio tecnico per raccogliere le informazioni necessarie a stabilire se e in che modo possiamo aiutarti.
“Mai più guasti improvvisi!”
Il Signore delle Ventole