… ed essere sicuro di rispettarlo al 100% anche se – come me – hai la memoria di un pesce rosso.
I guasti all’impianto di ventilazione avvengono all’improvviso e questo comporta sempre costi fuori controllo per due motivi:
- La tua linea produttiva si blocca – a volte per settimane intere – facendo colare a picco le vendite e tu non puoi fare altro che aspettare, impotente, l’arrivo dei ricambi. (mentre tutta la direzione ti lancia saette e fulmini, accusandoti di NON fare nulla per risolvere il problema)
- Volendo riparare o sostituire i componenti danneggiati nel minor tempo possibile, sei costretto a pagare profumatamente i fornitori pur di ridurre i tempi di consegna.
Perché sei arrivato a questo punto? Il motivo principale è da ricercare in una cattiva manutenzione.
“Signore delle Ventole, come ti permetti? Conosco il mio lavoro e faccio tutto quello che posso per mantenere in un buono stato tutto l’impianto.”
Non è colpa tua, lo so. Anzi, sono certo che tu hai dato il massimo – viste le condizioni in cui ti obbligano a lavorare – per evitare guasti e fermate non programmate. Ma purtroppo il tuo impegno non è una gran consolazione se il risultato è questo: Un cuscinetto si inchioda, il ventilatore si blocca e con lui l’intero impianto.
Rimboccarsi le maniche in situazioni simili non basta: la produzione resterà ferma anche per giorni. Riparare i componenti danneggiati o sostituirli NON è infatti sempre così semplice. Effettuare dei controlli periodici avrebbe evitato il disastro. Ecco perché in questo articolo ti spiegherò come effettuare ed organizzare i controlli che ti metteranno al riparo da blocchi improvvisi dei ventilatori.
Leggilo fino alla fine perché ti fornirò anche gli strumenti pratici che io stesso utilizzo per mantenere in perfetto funzionamento gli oltre 21 impianti che gestisco insieme ai miei clienti.
Come viene organizzato il lavoro di manutenzione oggi (dimmi se ti riconosci in questa descrizione)
Negli ultimi anni la quasi totalità delle aziende ha ridotto il budget per la manutenzione. Ci sono stati tagli al personale e sono stati revocati molti contratti con società esterne. Inoltre il mercato chiede di produrre di più, con meno costi e SENZA dare la possibilità di pianificare le attività nel lungo periodo. Le aziende sono costrette a vivere alla giornata.
Se vivi questa situazione sai bene come si lavora oggi: Nessuna fermata programmata, SENZA budget per i ricambi e con meno persone a disposizione.
Sembra quasi che ti venga chiesto di replicare la moltiplicazione dei pani e dei pesci, vero? È ovvio che – con queste premesse – NON hai tempo da “perdere” in controlli periodici. Vediamo quindi come evitare blocchi improvvisi del tuo impianto di ventilazione grazie a un’attività regolare di manutenzione che potrai svolgere anche con risorse limitate.
Indice
ToggleManutenzione aerazioni. I 3 elementi chiave che devi conoscere per la manutenzione dei ventilatori industriali, grazie ai quali potrai eliminare i guasti improvvisi SENZA perdere tempo prezioso
Hai letto bene. Non ti voglio rifilare una lista interminabile di attività e controlli da eseguire. So benissimo che ti mancherebbe il tempo per eseguire tutte quelle azioni. Ecco quindi l’elenco minimo dei controlli da eseguire – periodicamente – per una corretta manutenzione dei ventilatori industriali.
1. Condizioni dei cuscinetti
I cuscinetti sono i componenti più critici di un ventilatore. Sono loro infatti a permettere la rotazione dell’albero e su di essi si scaricano le forze generate da questa rotazione. Purtroppo, ancora oggi, in molti si affidano alla “tecnica della sigaretta” per controllare le vibrazioni del ventilatore.
Questa tecnica – a dir poco empirica – prevede di appoggiare una sigaretta in verticale su un cuscinetto mentre la macchina è in funzione. Se la sigaretta cade, allora il ventilatore vibra troppo ed è da equilibrare. Ti prego, non dirmi che anche tu utilizzi questo sistema dell’età della pietra.
Fortunatamente negli ultimi decenni sono stati sviluppati strumenti elettronici molto affidabili (sicuramente più di una sigaretta), grazie ai quali in pochi minuti è possibile avere un’analisi completa delle vibrazioni su un cuscinetto. “Ok, ho capito. Ma una volta che ho misurato i valori di vibrazione, poi cosa me ne faccio?” In base al numero che lo strumento ti indica, si possono verificare tre casi.
- Nel primo sei al di sotto di una certa soglia e quindi non ci sono problemi.
- All’estremo opposto, hai superato il limite massimo oltre il quale il ventilatore deve essere fermato e messo in manutenzione.
- Infine, terza ed ultima possibilità, ti ritrovi nella zona compresa tra queste due soglie. La macchina può continuare a funzionare, ma è necessario programmare quanto prima un intervento di equilibratura.
Vediamo nel dettaglio queste soglie.
I due valori di allarme per le vibrazioni:
a. Pre-allarme: Comunica che è necessario organizzare quanto prima un intervento di manutenzione ed eventuale equilibratura. Solitamente consiglio di impostare tale valore a 7,5 mm/s (Le vibrazioni sono comunemente misurate in velocità di vibrazione, mm/s, oppure in alternativa in accelerazione, mm/s²).
b. Allarme di blocco: Rappresenta il limite oltre il quale il ventilatore può danneggiarsi seriamente, mettendo in grave pericolo il personale ed altri componenti dell’impianto. Pertanto è necessario spegnere immediatamente il ventilatore e metterlo fuori servizio fintanto che non verrà eseguita un’opportuna attività di manutenzione. Consiglio di impostare questo secondo allarme al valore di 11 mm/s.
Oltre alle vibrazioni è importante anche misurare la temperatura dei cuscinetti. Un valore eccessivo potrebbe infatti ridurre l’efficacia della lubrificazione e portare a “grippaggio” – ovvero al blocco istantaneo della rotazione – con conseguenze molto rischiose per il personale che dovesse trovarsi nelle vicinanze. Anche in questo caso consiglio due diversi allarmi, uno di avvertimento a 90°C ed uno di arresto a 110 °C.
In ogni caso – in condizioni di normale funzionamento – la temperatura dei cuscinetti non dovrebbe essere più alta di 40°C rispetto alla temperatura dell’aria circostante.
2. Lubrificazione
I cuscinetti sono costituiti da componenti in acciaio che essenzialmente rotolano uno sull’altro. Per evitare che si surriscaldino è necessario che tra queste parti in movimento sia presente del lubrificante che – riducendo l’attrito – permette una rotazione fluida, silenziosa e regolare.
Esistono due tipologie di lubrificanti: quelli solidi, chiamati grassi, e quelli liquidi, chiamati olii (In realtà il grasso altro non è che una sostanza solida impregnata di olio minerale).
Se il tuo ventilatore è lubrificato ad olio, è sufficiente verificare che il livello all’interno del cuscinetto sia compreso tra il massimo ed il minimo (più o meno allo stesso modo in cui controlli il livello dell’olio motore nella tua automobile).
Per facilitare questa operazione solitamente i supporti sono provvisti di una colonnina in vetro o plastica trasparente, per il controllo visivo del livello dell’olio.
“E se nel mio caso il ventilatore ha i cuscinetti lubrificati a grasso, cosa devo controllare?”
I grassi – a differenza degli olio minerale – durante il funzionamento si deteriorano progressivamente fino a perdere la loro capacità lubrificante. Dopo che il ventilatore ha funzionato per un certo numero di ore è quindi necessario aggiungere del grasso fresco. Per questo motivo ogni costruttore indica (o almeno dovrebbe farlo) in un’apposita targhetta metallica ogni quante ore sia necessario aggiungere del nuovo grasso, specificandone sia la quantità che la tipologia.
ATTENZIONE: è importante NON mischiare grassi diversi tra di loro. Ora lo so cosa stai pensando:
“Se metto la dose doppia di grasso, posso star tranquillo per un bel po’ di tempo?”
Purtroppo no. Questo è un grave errore molto comune.
Primo perché troppo grasso produce un surriscaldamento del cuscinetto. Inoltre considera che il grasso in eccesso viene espulso dal cuscinetto in poco tempo. L’unica cosa che otterresti sarebbe quindi di sprecare del grasso.
3. Trasmissione.
Alcuni ventilatori hanno un componente che trasmette la potenza del motore all’albero del ventilatore. Può trattarsi di un giunto meccanico oppure di un sistema di cinghie e pulegge. I giunti meccanici spesso prevedono l’utilizzo di un grasso al loro interno. Quindi anche in questo caso è importante rispettare gli intervalli di lubrificazione raccomandati dal costruttore. Nel caso di trasmissione con cinghie invece è opportuno verificare – TASSATIVAMENTE a macchina ferma – che siano sufficientemente tese e che non presentino screpolature.
Se poi le cinghie “sprofondano” troppo nelle gole delle pulegge, è necessaria una sostituzione dell’intero sistema cinghie-pulegge.
RICORDA: Queste sono le attività essenziali per un corretto programma di manutenzione dei ventilatori industriali. Come vedi non ti ho fatto un elenco di decine di controlli da effettuare. Se riesci a fare di più tanto di guadagnato, ma quello che ti ho descritto è il minimo sindacale che DEVI prevedere nel tuo piano di manutenzione.
Adesso che abbiamo chiarito COSA devi fare, andiamo a vedere insieme QUANDO devi farlo.
Ecco 2 semplici domande che ti aiuteranno a calcolare con che frequenza ripetere i controlli, concentrandoti solo su i ventilatori più importanti, ottimizzando così il poco tempo che hai a disposizione
In un piano di manutenzione dei ventilatori industriali, la periodicità dei controlli è forse l’aspetto più importante. L’intervallo tra un controllo e quello successivo deve essere, infatti, sufficientemente corto da poter intercettare l’insorgere di danneggiamenti prima che degenerino in guasti critici.
L’ideale sarebbe disporre di un sistema di misura continuo delle vibrazioni e temperature dei cuscinetti dei ventilatori. Esiste infatti la possibilità di installare dei sensori direttamente sui cuscinetti ed avere in tempo reale, 24 ore su 24, la misura di queste grandezze stando comodamente seduti davanti allo schermo in sala controllo.
Chi ha progettato e costruito i tuoi impianti non ha previsto questa possibilità? Nessun problema. Semplicemente devi creare un calendario di controlli – compatibile con il poco tempo che hai a disposizione – abbastanza frequente per prevenire guasti e fermate straordinarie.
Il tutto ovviamente dovendo fare i conti con i limiti di budget.
“Non ho la bacchetta magica.” starai pensando. Niente magia. Ci pensa il Signore delle Ventole a svelarti come sfruttare al massimo il tuo tempo (e il tuo budget). Per trovare il giusto compromesso DEVI prima compiere una semplice analisi sul parco ventilatori installato nel tuo stabilimento.
Ti sarà sicuramente capitato di avere un intero impianto fermo – con la produzione bloccata – a causa di un guasto su una girante o sui cuscinetti del ventilatore. Magari non sapevi nemmeno di avere quella ventola installata. Eppure adesso che sta mettendo in ginocchio l’intera linea produttiva, ti rendi conto di quanto sia importante.
Questo è quello che chiamo ventilatore critico. Ovviamente più un ventilatore risulterà essere fondamentale per il funzionamento dell’impianto, più dovrai investire tempo e denaro nella sua manutenzione. Perché? Ti basta paragonare i costi di manutenzione ai DANNI economici che la tua azienda subisce per ogni ora senza produzione. Inoltre puoi suddividere i ventilatori – in base alle condizioni in cui lavorano – in due gruppi:
- Ventilatori per sevizio leggero: sono macchine destinate a lavorare in condizioni poco stressanti, trasportando aria ambiente con poca polvere. Sono utilizzati o come semplice ricircolo dell’aria negli ambienti di lavoro oppure a servizio di parti ausiliarie. Il loro mancato funzionamento non pregiudica in maniera sensibile il funzionamento degli impianti o della linea di produzione
- Ventilatori per servizio pesante: sono macchine destinate a lavorare nelle condizioni più gravose. Possono trasportare gas di processo, con alti contenuti di polveri e/o sostanze chimiche aggressive. Le temperature di lavoro possono arrivare in alcuni casi anche a 900 °C.
Dovendo fare i conti con il tempo tiranno ed un budget risicato, puoi pensare a diversi piani di manutenzione dei ventilatori in base alla loro criticità ed al loro servizio.
Come? Dedica la maggior parte della tua attenzione e cura a quelle macchine che sono critiche per il funzionamento del tuo impianto e che – a causa del servizio pesante in cui lavorano – sono più soggette ad usura. Però aspetta a saltare a conclusioni affrettate. Lo so quale idea ti sta passando per la testa:
“Quindi posso evitare di fare i controlli periodici sui ventilatori per servizio leggero?”
La risposta è no, non lo puoi evitare. Quello che puoi fare però è di prevedere un piano di manutenzione meno frequente. Per questa categoria di ventilatori infatti può essere sufficiente effettuare un controllo annuale delle vibrazioni e delle temperature dei cuscinetti. Questo è quanto basta per mantenere uno stato di “salute” buono della macchina ed assicurare le condizioni di sicurezza minime per i tuoi colleghi.
Diverso è il discorso per il servizio pesante. In questo secondo caso DEVI progettare un piano di manutenzione ad hoc. Il mio consiglio di fare un controllo completo della macchina – vibrazioni e temperature cuscinetti, lubrificazione, trasmissione, etc – almeno ogni 10-12 mesi (L’ideale sarebbe installare un sistema di misura e monitoraggio in tempo reale dei cuscinetti).
ATTENZIONE NON devi trascurare il valore della tua conoscenza.
Se infatti in base alla tua esperienza, sai che solitamente i tuoi ventilatori si danneggiano in un periodo di tempo inferiore, allora riduci l’intervallo di tempo tra due controlli. Ovviamente un’attività della quale non ti devi mai dimenticare è la lubrificazione. Sia per i ventilatori per servizio leggero che per quelli per servizio pesante, devi rispettare gli intervalli di lubrificazione richiesti dai vari costruttori.
Se stai cadendo in preda all’ansia e inizi a pensare:
“Mamma mia quante cose da ricordarmi!”
Ho una buona notizia per te. Lo so, tenere a mente tutte queste informazioni è impossibile. Per questo voglio evitarti questo sforzo inutile. Il modo migliore per NON dimenticarti di tutte queste scadenze è di scriverle in un “calendario” speciale, dove per ogni ventilatore indicherai le date entro le quali compiere le diverse attività previste dal tuo piano di manutenzione.
Prima di poter compilare questo calendario è però necessario compiere un piccolo passo ulteriore. Come un poliziotto DEVI “schedare” tutte le ventole installate nel tuo impianto.
Libera la tua memoria dalla montagna di informazioni e dati dei ventilatori installati nel tuo stabilimento, sfruttando l’ANAGRAFICA del ventilatore (un semplice strumento che ho creato proprio per sollevarti dal peso di dover tenere tutto a mente).
L’anagrafica di un ventilatore altro non è che un file di Excel, nel quale – per ogni singola macchina – vengono riportati i dati fondamentali per poterne seguire le attività di manutenzione. Ho creato questo documento qualche anno fa (più per pigrizia che per un lampo di genio, ad essere sincero).
Dovendo infatti seguire diversi clienti – ognuno con decine di ventilatori installati – avevo serie difficoltà a tenere a mente tutte le date dei controlli di manutenzione, ricordarmi quali ricambi erano stati acquistati e quali invece mancavano. Ogni volta che dovevo organizzare un intervento da un cliente, mi toccava cercare in una montagna di dossier le schede dei ventilatori installati nel suo stabilimento.
Così un giorno ho deciso di trasferire quella tonnellata di carta in tanti file Excel (uno per cliente),creando per ogni ventilatore una scheda riassuntiva di tutte le informazioni utili alla manutenzione. Ecco cos’è quella che chiamo anagrafica ventilatori. Quello che segue è un elenco dei dati che devi inserire nell’anagrafica dei tuoi ventilatori:
- Dati gestionali: nome del costruttore, sigla del ventilatore, numero seriale o matricola, anno di costruzione, il numero di ITEM con il quale lo identificate nel vostro stabilimento.
- Dati di funzionamento: portata, pressione, temperatura di esercizio, numero di giri e potenza installata. (Se questi dati non sono disponibili, puoi richiederli al costruttore indicando il numero seriale o di matricola del ventilatore)
- Servizio: come visto prima, in base alla criticità del ventilatore puoi indicare se è da considerarsi come critico o secondario
- Lubrificazione: tipo di lubrificante, intervallo di lubrificazione e quantità richiesta (dovresti trovare una targhetta applicata sul ventilatore dove sono riportati questi dati)
- Attività di manutenzione: quali controlli o attività di manutenzione vanno eseguiti, con che frequenza e chi dovrà eseguirli (personale interno o società esterna)
- Ricambi: è utile riportare tutti i ricambi necessari al ventilatore, evidenziando in rosso quelli strategici. I ricambi strategici sono quei componenti soggetti ad usura, e che quindi andranno sostituiti spesso, che al tempo stesso richiedono lunghi tempi di approvvigionamento.
- Note: in questo spazio puoi indicare informazioni particolari relative al ventilatore che, in base alla tua esperienza, ritieni utile riportare per interventi futuri. Puoi indicare ad esempio danneggiamenti ricorrenti, oppure procedure e/o attrezzature particolari necessarie alle attività di manutenzione.
RISORSA GRATUITA
Ho pensato di condividere con te il file Excel che io stesso utilizzo nella gestione dei miei oltre 21 clienti. Non dovrai crearne uno da zero, ti basta solo compilare quello che trovi a questo link. Come vedrai una volta creata la scheda anagrafica per ogni singolo ventilatore, è finalmente possibile passare alla stesura del programma di manutenzione.
A questo punto ti manca solo una cosa da fare. Mettere in pratica quanto hai scritto nel piano, SENZA dimenticarti una sola scadenza.
Ecco un trucco – talmente stupido che quasi mi vergono a scriverlo – per rispettare al 100% un piano di manutenzione dei ventilatori industriali, evitando che finisca cancellato dalle urgenze di tutti i giorni (ideale se NON sei un campione di memoria)
Il motivo per cui la manutenzione dei ventilatori industriali non viene eseguita, nella quasi totalità dei casi non è di tipo economico o legato alla mancanza di tempo. Sono certo che se dovessi chiederti perché non hai eseguito i controlli richiesti o perché hai trascurato la lubrificazione la tua risposta sarebbe – più o meno – del tipo:
“Signore delle Ventole, avevo programmato di mettere il grasso, ma poi mi è sfuggito di mente. Tra un problema sulla linea di produzione ed un guasto da riparare mi sono dimenticato di farlo.”
Ti capisco. È sempre così. Le questioni urgenti nella nostra mente prendono sempre il sopravvento sui progetti strategici. Per questo motivo è fondamentale avere un programma di manutenzione che in maniera automatica segnali le varie scadenze per le attività di controllo. Tranquillo. Non voglio farti spendere grandi somme per l’acquisto di software dedicati. Ad oggi infatti esistono diverse soluzioni gratuite che, insieme alle schede anagrafiche dei ventilatori, ti permettono di programmare tutte le attività ed essere avvisato quando una scadenza si sta avvicinando. Di cosa sto parlando? Di strumenti che hai “sotto il naso” ogni giorno e che magari usi già per altri scopi più tradizionali.
Puoi infatti creare un piano di manutenzione dei ventilatori automatico semplicemente utilizzando il calendario di Outlook, oppure quello di Google (disponibile per tutti gli utenti di Gmail). In questo modo potrai assegnare ad ogni scadenza una notifica che ti ricorderà con un certo anticipo, le singole attività da svolgere. Inoltre potrai replicare – in modo automatico – ogni singola voce ad intervalli prestabiliti (es. Controllo vibrazioni ogni 6 mesi).
“Puoi farmi un ESEMPIO pratico per vedere se ho capito correttamente?”
Certamente. Immagina che per l’attività “controllo delle vibrazioni” nella scheda anagrafica del ventilatore hai definito una scadenza semestrale. Come primo passo devi creare la prima scadenza – mettiamo a 6 mesi da oggi – nel tuo calendario. Sto scrivendo questo articolo il giorno 21 settembre, quindi segno la prima data per il controllo il 21 marzo.
Dopo aver cliccato “crea”, clicca di nuovo sull’evento e ti apparirà una finestra come quella in figura.
Se vai su “modifica evento” ti apparirà una schermata dove puoi modificare una serie di parametri dell’evento.
Cliccando sul quadratino vicino alla voce “Ripeti” si apre una seconda finestra di modifica.
Alla voce “Si ripete” seleziona Ogni mese.
Poi devi impostare ogni quanti mesi vuoi ripetere l’evento. Nel nostro esempio abbiamo una scadenza semestrale, quindi ho messo 6 mesi. Se vuoi ripetere ogni anno devi semplicemente indicare 12 mesi. Clicca sul pulsante “Fine” e poi su “Salva” (è quello in rosso in alto a sinistra)
Ecco fatto. NON dovrai più tenere a mente questo controllo. Riceverai infatti una notifica per e-mail quando sarà di nuovo necessario ripetere quell’attività di manutenzione. Fantastico, vero? Ti sei finalmente liberato dalla preoccupazione di tenere a mente tutti i controlli e le attività per la manutenzione dei ventilatori industriali. Adesso però devi però fare una promessa a te stesso.
Per garantirti il successo nel tuo lavoro come responsabile di manutenzione ed eliminare per sempre i guasti improvvisi, devi prendere l’impegno di rispettare il piano che hai creato.
Lo so che la manutenzione si deve incastrare nelle mille “rogne” di tutti i giorni, ma ora – grazie a quello che hai letto in questo articolo – sarai in grado di gestire meglio queste attività. Ora infatti sei tu a decidere quando eseguirle, senza più essere in balia di rotture (di pezzi meccanici e non solo…) e fermate di impianto straordinarie. Cosa puoi fare subito per applicare queste informazioni? Scaricare il file Excel “Anagrafica Ventilatore” e inizia subito a creare il tuo programma di manutenzione dei ventilatori industriali.
In poche ore sarai in grado di evitare guasti e imprevisti che costano cari alla produttività della tua azienda (tempo, soldi e una linea di produzione ferma).
Manutenzione ventilatori ATEX: quali attività mantengono un alto livello di prevenzione?
Manutenzione dei ventilatori ATEX
Nel video trovi una breve presentazione per dare qualche spunto e per parlare della manutenzione in un’ottica un po’ diversa da come si intende di solito, non è solo un costo e una noia, ma è un qualche cosa che permetta di migliorare, di aumentare la prevenzione dal rischio di esplosione ovviamente.
Quindi, perché prevedere la manutenzione di un ventilatore industriale?
Innanzitutto perché esiste quel documento che tutti odiano e che si chiama “istruzioni d’uso”, dove ogni costruttore definisce una serie di attività di manutenzione, che sono necessarie sia per dare la garanzia sul prodotto, ma soprattutto per il corretto utilizzo e funzionamento della macchina.
C’è un fornitore che fa una lista molto lunga, un fornitore che fa una lista molto breve, però è lì che si trovano le informazioni e lì c’è proprio scritto che queste attività di manutenzione vanno fatte. In realtà è anche un obbligo di legge; il testo unico sulla sicurezza soprattutto per gli ambienti con rischio esplosione, richiede che i macchinari siano mantenuti in buone condizioni di funzionamento; che cosa vuol dire?
Vuol dire fare manutenzione. Infine, soprattutto per i ventilatori ATEX un motivo molto importante per cui fare della manutenzione è che è il mezzo migliore per mantenere inattive la sorgenti di innesco; quelle sorgenti che non possiamo noi costruttori togliere, non possiamo eliminarle, ma gioco forza rimangono, sono lì silenti che aspettano di attivarsi e la manutenzione permette proprio di tenerle in questa modalità silente.
Elenco delle sorgenti di innesco
Questo è un elenco delle sorgenti di innesco più comuni sui ventilatori, purtroppo spesso si pensa che sia solamente la scintilla elettrica a creare problemi nell’ATEX in realtà ce ne sono tante altre di possibili sorgenti, scintille di origine meccanica, quando si usa il flessibile, si mola, si ha questa bella coda di scintille, quelle sono una sorgente di innesco; le superfici calde, la fuoriuscita di gas caldi e poi c’è tutta la parte anche di elettricità, quindi correnti elettriche vaganti, elettricità statica… l’elettricità statica che è quella scossina che prendiamo in primavera quando c’è una giornata un po’ ventosa e scendiamo dalla macchina, bene, quella piccola scossina, che a noi dà fastidio, ci fa un po’ di prurito, è in grado di generare la maggior parte delle atmosfere esplosive, quindi pur essendo così piccolina, che a noi non da quasi effetti, in realtà è enormemente efficace nello scatenare esplosioni.
Queste sorgenti, noi costruttori cerchiamo, o meglio, ci sono certi costruttori che cercano di gestire meglio, certi un po’ meno, però di base cerchiamo di toglierle laddove possiamo. Purtroppo però ne rimane sempre qualcuna che non possiamo assolutamente togliere noi, tant’è che quando quando compilo una valutazione di rischio esplosione su un mio ventilatore, tutte quelle sorgenti che rimangono non gestite appartengono ai rischi residui, perciò si utilizzano come “metodo di protezione” le istruzioni d’uso.
Ora, vi proporrò un piano di manutenzione, faccio però una premessa enorme innanzitutto: ogni costruttore agisce diversamente; come dicevo prima, esistono alcuni costruttori che danno un elenco infinito di attività di manutenzione, probabilmente perché hanno lavorato molto meno sulla fase di prevenzione, e altri che invece danno attività un po’ più sensate. È molto importante leggere sempre le istruzioni d’uso di ogni macchinario, ma soprattutto anche dei ventilatori, soprattutto sarebbe buona norma leggerle prima di comprarli, così evitate di portarvi a casa delle spiacevoli sorprese.
Spesso in quelle istruzioni d’uso ci sono tutta una serie di attività che vi rendono impossibile, se non estremamente oneroso utilizzare quel ventilatore. Quello che vedrete è un piano che posso proporre sulla base dei ventilatori che progetto quindi ventilatori PBN, che conosco e so per cosa sono stati progettati. Eventualmente, ovviamente si può integrare sulla base di quello che altri costruttori richiedono.
Se io ad esempio controllo la temperatura dei cuscinetti posso evitare che il cuscinetto si surriscaldi e quando arriva ad una certa temperatura posso andare a mettere del lubrificante, o se non basta ancora posso fare delle attività di manutenzione, quindi evito che la temperatura del cuscinetto vada oltre il livello di accensione.
Lo stesso vale ad esempio sull’usura della tenuta e dell’effetto della mancanza di una tenuta sul ventilatore e di quanta portata si porti fuori. In questo caso se il ventilatore sta trasportando o dei gas esplosivi o dei gas caldi ad esempio, se non c’è una tenuta che funziona bene è possibile che si generi una nuova sorgente di innesco, che è appunto la fuoriuscita di questi gas caldi.
La domanda adesso per fare un piano sarebbe: “ogni quanto devo fare questi controlli” e la risposta mi dispiace darla perché è brutta da sentire ma è “dipende”.
Dipende da diversi fattori; innanzitutto, bisogna capire se il ventilatore è marcato per categoria 3 o per categoria 2, questo perché in categoria 2 devo considerare il malfunzionamento prevedibile e ad esempio uno dei malfunzionamenti prevedibili è proprio una rottura del cuscinetto.
Noi come PBN diamo come standard, come dotazione di serie dei sensori di vibrazione e di temperatura sui cuscinetti qualora il ventilatore sia in categoria 2, perché in questa maniera quei controlli che vi ho fatto vedere prima vengono fatti in maniera continuativa, è un monitoraggio continuo.
Non posso aspettare sei mesi per sapere se il cuscinetto si sta surriscaldando perché se in quei sei mesi si è surriscaldato, sono fregato.
Dipende poi anche da quanto è gravoso il servizio del ventilatore; ci sono dei ventilatori che lavorano con dei fluidi abbastanza tranquilli, non sono soggetti a sollecitazioni eccessive, ce ne sono altri che vengono proprio stressati particolarmente dall’impianto. Chiaramente su quelli un po’ più stressati farò dei controlli un po’ più ravvicinati, inoltre lo stato di salute stesso del ventilatore, queste frequenze si evolvono nel tempo; se ho un ventilatore che sta iniziando ad andare in affanno, che inizia a mostrare dei segni di usura e di danneggiamento, ravvicinerò i controlli, su un ventilatore nuovo posso tenere dei controlli abbastanza blandi.
Parlando in gergo “Atexese” il metodo di protezione di tipo “B” prevede il controllo delle sorgenti di innesco. Altri costruttori ad esempio non adottano questa soluzione, ma semplicemente ti dicono una cosa equivalente, perché vi chiedono nel loro manuale di fare un controllo ogni 150 ore.
150 ore in ambito industriale sono sei giorni, quindi ogni sei giorni bisognerebbe andare a fare dei controlli, tra l’altro non solo di temperatura e di vibrazione sui cuscinetti, ma spesso chiedono anche dei controlli sul traferro interno, tra la girante e la chiocciola; che vuol dire, ogni sei giorni spegnere l’impianto, aprirlo e controllare.
Le istruzioni d’uso andrebbero lette prima di acquistare perché ci si accorge se vi stanno dicendo che ogni sei giorni dovrete spegnere tutto l’impianto, con tutti i costi che comporta. E come dicevo prima, la frequenza appunto deve essere modulata, non c’è un valore unico costante per sempre, deve essere modulata sulla base anche di come sta funzionando il ventilatore, delle condizioni in cui sta funzionando; se sta iniziando a danneggiarsi, ha senso iniziare a ravvicinare sempre di più anche fino a una volta ogni due settimane il controllo delle vibrazioni e delle temperature.
Chi deve fare queste attività, chi deve fare questi controlli cosa deve sapere?
Perché sembra banale, ma se uno deve fare un controllo, deve conoscere che cosa deve controllare e come fare a controllarlo. Quindi dovrebbe essere informato sui rischi, dove per rischi intendo sia quelli dell’azienda dove lavora, sia quelli specifici di quella macchina, in questo caso il ventilatore.
Un ventilatore avrà dei rischi totalmente diversi da un filtro, perché sono macchine che hanno comportamenti diversi. Deve avere delle competenze sulla diagnostica di base; non servono esperti mondiali di analisi vibrazionale, però serve almeno sapere come utilizzare un sensore di vibrazioni e come eseguire una misura di temperatura. E poi un po’ di conoscenza di base sui ventilatori industriali, sapere dove mettere le mani, cosa evitare e come non farsi male diciamo che aiuta.
Come fare a formare questi operatori?
Tra l’altro la formazione degli operatori è uno dei requisiti sempre di legge per la sicurezza. Innanzitutto ritorno sul solito documento odiato da tutti che è “le istruzioni d’uso”; lì ci sono una serie di avvertenze sui pericoli e sui rischi nel maneggiare la macchina, qui potete scaricare una guida gratuita sulla manutenzione ventilatori industriali che ho scritto personalmente e dove troverete una serie di consigli su come eseguire queste attività, che cosa fare come creare un piano di manutenzione efficace ridotto al minimo ma in grado di darvi dei risultati.
Ridurre i tempi di manutenzione di un ventilatore industriale grazie ad una progettazione ad hoc
Ti voglio parlare di quanto sia importante la progettazione se coniugata con l’esigenza di manutenzione o comunque dei bisogni che puoi avere sull’impianto industriale. I ventilatori industriali solitamente sono fatti con la chiocciola tutta intera, che se vuoi tirar fuori la girante devi smontarla dal davanti, tirare fuori la girante dal davanti e poi fare quello che devi fare di manutenzione.
In questo caso però il mio cliente ha questo ventilatore che deve andare in cima ad un forno. Non è semplice andare a smontarlo, quindi cosa gli capitava, che doveva ogni volta prendere il ventilatore dal forno, tirarlo giù, scollegarlo da tutte le tubazioni, smontarlo, aprirlo, tirar fuori la girante, fare la manutenzione, rimontarlo, riportarlo sul forno e ricollegare tute le tubazioni stando attento a rispettare gli allineamenti.
Mediamente ci vogliono circa un paio di giorni di tempo per fare tutte queste attività, perché son stato da lui a fare un sopralluogo, a vedere quali sono i tuoi problemi, per poi progettare perché nonostante questa macchina sia piccola e solitamente andrebbe fatta in versione compatta, avendo visto dov’era l’installazione, ho scelto di adottare la soluzione con la chiocciola. Perché? Perché risulta molto più veloce per il cliente tirar via la metà sopra della chiocciola e prendendola ai golfari del motore, con un altro gancio sulla girante, sollevare semplicemente il gruppo girante più motore e portarsela nell’officina a fare la manutenzione.
Grazie a questo accorgimento si risparmia circa una giornata di lavoro, è molto più veloce. Chiaramente se ti rivolgi a un fornitore che ha macchine a catalogo, non fanno questi ragionamenti, loro hanno un catalogo e dei macchinari a magazzino, quindi quello che c’è. Nel nostro caso, andando ad analizzare le problematiche reali, è stato possibile trovare una soluzione per ridurre i tempi di fermata. Ed è molto importante per noi costruttori ragionare in termini di come verrà utilizzata la macchina e quali problemi potranno esserci, o difficoltà, perché cambia completamente la soluzione da valutare.
Come fare la manutenzione della trasmissione a cinghie dei ventilatori industriali?
Molto spesso mi contattano dei responsabili di manutenzione dei ventilatori un po’ in panico perché hanno un ventilatore con una trasmissione a cinghie e gli si è rotta oppure non sanno bene che cosa devono fare, cosa devono controllare.
Quindi voglio spiegare un po’ delle piccole accortezze da prendere per fare in modo che la trasmissione a cinghie duri il più possibile senza darti nessun fastidio. Ovviamente tutto quello che spiegherò va fatto con un ventilatore fermo, mi raccomando, perché ci sono delle cose che girano con una cinghia ed è facile perdere uno o più pezzi delle dita delle manine, quindi è importante mettersi in sicurezza, spegnere la macchina e solo dopo rimuovere il carter di protezione, che ti protegge appunto da incidenti.
Andiamo a vedere quindi quali sono queste cose da controllare, cos’è che devi fare, devi vedere, verificare.
La prima cosa è verificare quello che viene chiamato allineamento tra le pulegge: ad esempio due pulegge, che lavorino in piano tra di loro, altrimenti le cinghie lavorano male, storte e finiscono con l’usurarsi molto in fretta e rompersi in poche ore di funzionamento.
Come fare a verificare l’allineamento?
Puoi utilizzare una barra e fare in modo che le superfici delle due pulegge siano allineate sullo stesso asse. È molto importante fare questo tipo di attività dopo che si è fatta un’attività di manutenzione e si sono sostituiti i cuscinetti dell’albero o si è smontata la trasmissione e bisogna rimontarlo.
Prima di procedere con l’avviamento verifica sempre che le due pulegge siano sullo stesso piano, allineate appunto.
Poi bisogna verificare la tensione delle cinghie. Perché?
Innanzitutto perché quando si montano la prima volta, per fare meno fatica si tengono le due pulegge un po’ più vicine, in modo da mettere a mano le cinghie sulle gole delle pulegge. Queste cinghie vanno messe in tensione altrimenti il pericolo è che slittano e te ne accorgi perché fanno un rumore molto fastidioso, fischiano proprio, si surriscaldano e finiscono con lo strapparsi o vanno a darti problemi di prestazione, perché il motore non riesce a trasmettere completamente la potenza al ventilatore.
Quando vengono messe in funzione per la prima volta, le cinghie tendono col tempo ad allentarsi un po’, a perdere un po’ della loro tensione e dopo una settimana circa dal primo avviamento, spegni la macchina e verifica che le cinghie siano ancora abbastanza tese, non devono essere molle, se schiacci non devono muoversi facilmente.
Dopodiché dovresti controllare l’usura delle pulegge
Durante il funzionamento del ventilatore col tempo in queste gole dove la cinghia scorre, pian piano si lisciano, si usurano e questo può portare una perdita delle prestazioni se si arriva oltre certi limiti. Normalmente se tu vai a mettere una cinghia sulla puleggia, entra e sta a filo, appena fuori dalla gola. Quando vedi che la cinghia entra troppo, a troppo in profondità, allora in quel caso la puleggia si è usurata troppo e va sostituita.
Dopodiché, l’ultima cosa da controllare è l’invecchiamento della cinghia.
Le cinghie sono fatte di gomma e con il riscaldamento dovuto al funzionamento, oppure sono installate in una zona un po’ corrosiva, comunque dopo un tot di tempo la gomma tende a invecchiare e a perdere le sue proprietà elastiche. Te ne accorgi visivamente guardando proprio la cinghia che è screpolata e che ha assunto un colore marroncino brunastro rispetto al nero della gomma vulcanizzata.
In questo caso se trovi la cinghia con qualche crepa e un po’ imbrunita, cambiale. Cambiale tutte quante mi raccomando, non solo una altrimenti ti trovi con delle cinghie che sono più tese rispetto ad altre e alla fine il problema è che vai a surriscaldare eccessivamente le pulegge o le cinghie o comunque vai a compromettere il funzionamento della trasmissione. Queste sono le cose principali che devi assicurarti di controllare su una trasmissione a cinghia e mi raccomando una volta che hai finito tutti i lavori di manutenzione, sostituzione e quant’altro, prima di accendere la macchina rimetti i carter di protezione, evita di mettere in pericolo la vita di qualcuno, ok?
Per oggi abbiamo finito e se vuoi creare un piano di manutenzione dei ventilatori veramente efficace senza perdere troppo tempo e soprattutto troppi soldi.
Buon Lavoro
“Mai più guasti improvvisi”
Il Signore delle Ventole
P.S.: Da 11 anni svolgo con passione il mio lavoro, anche per questo ne scrivo con piacere condividendo con te queste informazioni. L’articolo era lungo e se sei arrivato fin qui significa che abbiamo molte cose in comune, mi piacerebbe conoscere il tuo parere. Fammelo sapere lasciando un commento proprio qui sotto e condividi liberamente queste informazioni e la risorsa gratuita Anagrafica Ventilatore.